Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa di S. Maria delle Grazie fu fondata nel 1459 da un ricco mercante, Petrillo Ferrara, che edificò in una parte delle sue case di Casoria – «dove si diceva a’ Casa Ferrara» – una cappella, adornandola di sacre suppellettili e arricchendola di una «venerabile immagine di S. Maria vagamente dipinta»; e un piccolo ospedale con letti e il necessario per poveri ammalati e pellegrini. Per sostenere le opere, nel suo testamento donò all’istituzione quattro pezzi di terra e diverse case; e affidò l’amministrazione della cappella e dell’ospedale a due “mastri” eletti ogni anno, che il 15 agosto dovevano raccogliere per i poveri elemosine, pane, vino e uova. Col passare degli anni, l’ospedale fu lentamente abbandonato, perché i casoriani preferivano andare nella vicina Napoli; e già prima del 1620 inviarono una supplica al Papa, per commutare le antiche volontà del Ferrara in doti per le spose povere o altre iniziative (anche se non fu possibile).
Ai primi del Settecento i beni del Ferrara entrarono a far parte del patrimonio della Collegiata di San Mauro; ma tra il 1738 e il ’42 la chiesa fu dotata di altre rendite. A quell’epoca risale la ristrutturazione e l’ampliamento dell’antica cappella, con i tre nuovi altari costruiti nel 1741 dagli avvocati Alessio e Francesco Ferrara e dal notaio Gabriele Russo. L’amministrazione fu sempre sospesa (e contesa) tra i mastri laici e la Collegiata di S. Mauro: nel 1742 erano infatti governatori tre canonici – Girolamo Ferrara, Giovanni d’Anna ed Egidio Russo – e un quarto, Carlo Parisi, era rettore nel 1752.
A causa del dislivello con la strada, si accedeva alla chiesa attraverso un ampio scalone che invadeva la via. Per ovviare all’inconveniente, intorno al 1830, all’epoca di Ferdinando II di Borbone, furono progettate due scale – simmetriche rispetto alla facciata – che accedevano alla chiesa e all’annessa Congrega del SS. Rosario. Per mancanza di fondi, però, fu realizzata nel 1857 solo quella di sinistra, attraverso la quale ancora oggi si accede alla chiesa.
La facciata tardo-barocca si rispecchia nello stile dell’interno, a un’unica navata – con l’antico organo sostenuto da un artistico coro ligneo – che termina con l’altare maggiore in marmi policromi, dominato da una bella tela di fine Seicento, che raffigura L’Assunzione della Vergine, evidentemente ispirata all’opera di Francesco Solimena per il soffitto dell’Annunziata di Marcianise (1697), il cui bozzetto risale al 1690 (si tratta molto probabilmente di una rivisitazione di Pietro di Martino, attivo in quegli anni a Casoria).
La Congrega del Rosario
Accanto alla chiesa – sul cui retro si eleva il piccolo ma caratteristico campanile – sorge l’oratorio della Congrega del SS. Rosario, fondata a metà del Cinquecento. Per una serie di contrasti, l’antica confraternita a metà del Seicento si divise: una parte fondò una nuova congrega in piazza (che prese poi il titolo del Carmine) e un’altra si unì a quella della Pietà di S. Mauro, per tornare a S. Maria delle Grazie solo nel 1710, all’epoca del priore Francesco Ferrara, che curò il nuovo oratorio in stile rococò, con affreschi e un pregevole pavimento in cotto maiolicato, poi rimaneggiato.
Alla Congrega del Rosario e alla chiesa di S. Maria delle Grazie – divenuta parrocchia solo nella seconda metà del ‘900 – è legata la famiglia Salierno, ingegneri casoriani che per diverse generazioni hanno contribuito alle architetture di diverse chiese, dalla facciata di S. Mauro al complesso delle Suore Sacramentine.