Chiesa delle
Suore Sacramentine
La Chiesa del SS. Sacramento, in stile neogotico, è opera di Francesco Orefice e Domenico Salierno.
La prima pietra fu benedetta il 19 febbraio 1893 e la consacrazione avvenne il 16 luglio del 1900.
La facciata, influenzata al gotico toscano, è in pietra tufacea ed è tripartita in senso longitudinale e trasversale, con due ampi contrafforti laterali decorati con archetti pensili. Centralmente vi è un rosone di vetri policromi. L’interno è ispirato al gotico lombardo ed è a croce latina a tre navate: una centrale e due laterali nelle quali sono collocati otto altari in marmi policromi. La navata centrale presenta una copertura di volte a crociera, riccamente decorate, poggianti su di un imponente colonnato.
Il presbiterio adornato di stucchi accoglie l’altare maggiore di chiara ispirazione barocca. Particolarmente belle le sculture in bronzo dei dodici apostoli che ornano l’altare unitamente all’agnello in bronzo a sbalzo posto nel paliotto centrale.
Sugli altari sono collocate una serie di quadri ad olio, o in qualche caso di statue, quasi tutti realizzati tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Sul primo altare a sinistra è posta l’immagine delle Sante Perpetua e Felicita, martiri del III secolo, delle quali la fondatrice volle esaltare la fortezza della fede e il coraggio della testimonianza, fino all’effusione del sangue.
Sul secondo altare c’è la statua lignea della Madonna Addolorata, ritenuta da Maria Cristina la vera “madre generale” della Congregazione; mentre sul terzo quella di Gesù Bambino appartenuta alla famiglia Brando. Sul quarto altare, infine, è posta l’immagine della Madonna del Carmine, verso la quale Madre Cristina aveva una particolare devozione: la chiesa fu consacrata nel giorno della sua festa il 16 luglio, e le coadiutrici (ramo non di clausura della congregazione), e poi tutte le consacrate, portavano lo “scapolare” con l’immagine della Madonna del Carmelo.
Sul primo altare a destra c’è l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, la cui devozione, secondo la spiritualità di Madre Cristina, era congiunta all’adorazione perpetua del SS. Sacramento.
Sul terzo altare c’è la statua lignea di San Giuseppe, che la Madre considerava il “padre della provvidenza”, vero artefice della costruzione della chiesa e del monastero.
Sul secondo altare è posta la statua lignea dell’Immacolata Concezione, alla quale papa Leone XIII consacrò il 1900: la fondatrice era convinta che la vocazione alla vita religiosa dovesse essere custodita dalla Vergine.
Sul quarto altare c’è l’immagine di San Michele Arcangelo, considerato insieme a S. Giuseppe il co-protettore dell’istituto:
Maria Cristina volle esaltare il valore di combattente dell’arcangelo, contro la tentazione e il demonio.